lunedì 11 luglio 2016

Autonomia

“[…] La parola “autonomia” deriva dal greco “auto-nomos”, cioè “legge propria”. Quindi, comportandomi secondo ciò che effettivamente sento e sono (secondo la mia “legge”), mi concedo di essere me stesso, di essere in contatto con me e con la mia essenza. Non ho bisogno del riconoscimento altrui per sentirmi vivo ed avere un valore (sono “autonomo”). Invece, se da adulto mi comporto seguendo ancora un modello di regole, di obblighi, di esempi da seguire di cui ho fatto esperienza nel mio ambiente di sostegno di origine di un passato più o meno remoto, nonostante lo abbia vissuto come un limite o come un condizionamento forte, allora sto mettendo in mostra un’immagine di me (essere quello che penso che gli altri desidererebbero che io sia) e non manifesto il mio essere vero. Agisco in tal modo ancora con l’illusione di essere accolto e accettato dagli altri. Agisco così senza ricordarmi (cioè senza portarci attenzione e presenza) che non sono stato condizionato da quel modello, ma sono stato io, nella mia storia personale e in maniera più o meno inconsapevole, a condizionarmi aderendo a quel modello (e continuando ad aderirci). Mi sono condizionato per non sentire più un malessere, una ferita che percepii come tali (non essere visto, accolto, riconosciuto, compreso…. amato?), e dentro di me continua ancora adesso, come allora, l’illusione che se continuerò ad aderire a quel modello e ciò che ne consegue, potrò finalmente andar bene ed essere accolto […]. Perdendomi in questo “mio film” mi dimentico di vivere la mia vita, di agire ciò che veramente desidero per me stesso. […] .”
<<[…] Il “trauma” non è l’evento, ma la nostra risposta a quell’evento. […]”
(Laboratorio di Pratica della Presenza)

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