“[…] Quando le situazioni negative arrivano, tutti i maestri spirituali
sono d’accordo nel sottolineare che sono particolarmente efficaci per
suscitare la crescita interiore. Naturalmente questo è più possibile se
le nostre vite hanno anche una certa dose di pace. Quanto alle
difficoltà, esse, oltre a essere spiacevoli, hanno la capacità – se
accolte con la pratica – di risvegliare e mettere in moto una quantità
di forze e di virtù che, altrimenti, rimarrebbero dormienti. Insomma
il lavoro con le difficoltà è un elemento cruciale, caratteristico e
distintivo di tutti i cammini interiori. E, tra parentesi, è uno dei
motivi che fa allontanare dalla pratica un bel po’ di persone, forse
nell’aspettativa che le difficoltà si risolveranno da sole.
Dunque,
anche se arduo, questo del lavorare sulle difficoltà è il metodo
d’elezione per smantellare la costruzione dell’egocentrismo, fonte
primaria di sofferenza. Naturalmente anche lavorare sulle difficoltà
porta con sé una misura di sofferenza, ma di un diverso genere.
Ricordiamo, in merito le lapidarie parole del maestro Ajahn Chah, nelle
quali ci ricorda che se non ci rivolgiamo alla sofferenza,
inevitabilmente questa crescerà, mentre se ce ne prenderemo cura la
stessa sofferenza ci condurrà alla fine della sofferenza. […]”
(Corrado Pensa)
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